Fitwalking e Diabete

Il Diabete Mellito è la più comune malattia metabolica del mondo occidentale. Il progressivo aumento del numero dei diabetici si sta peraltro verificando anche nei paesi meno sviluppati e ha raggiunto numeri impressionanti nell’ultimo decennio: si prevede infatti che, se non si riuscirà a intervenire efficacemente, si passerà dagli attuali 360 milioni di diabetici nel mondo a 550 milioni nel 2030!

Esistono due principali forme di diabete: a) il tipo 1, che si cura necessariamente con l’insulina perché le cellule del pancreas che la producono sono distrutte da un meccanismo di cui non conosciamo ancora la vera causa (l’insulina è l’ormone che ci consente di utilizzare gli alimenti, e in particolare i carboidrati, cioè gli “zuccheri”, come fonte di energia) — b) il tipo 2, che è quello largamente più frequente (rappresenta oltre il 90 % dei casi di diabete) e molto spesso si associa al sovrappeso o all’obesità.

Nel diabete di tipo 2 il pancreas è in grado di produrre insulina, ma questa non è sufficiente o comunque non è in grado di svolgere completamente la sua funzione proprio a causa dell’eccesso di peso (si parla di “insulino-resistenza”): la sempre crescente diffusione del diabete tipo 2 è quindi in gran parte da attribuire ad uno stile di vita che oggi è sempre più caratterizzato da scarsa attività fisica ed eccessivo apporto alimentare, cioè i due fattori che favoriscono l’aumento di peso nella popolazione. A conferma di questa tesi, numerosi studi dimostrano come la riduzione delle calorie nella dieta e soprattutto la pratica regolare di attività fisica possano ridurre notevolmente (oltre il 50 %) il rischio di diabete nelle persone predisposte. Purtroppo invece la sedentarietà è sempre più diffusa nel nostro paese: secondo dati recenti un italiano su tre non svolge alcuna attività fisica, nemmeno una camminata a passo svelto, e per quanto riguarda l’esercizio fisico l’Italia, la Bulgaria e la Grecia sono le ultime in Europa.

Eppure è ampiamente dimostrato che l’attività fisica in generale può portare a una serie di benefici per la salute: riduzione del rischio di malattie cardiovascolari (infarto, ictus), grazie ad effetti favorevoli su glicemia, pressione arteriosa, colesterolo e trigliceridi, peso corporeo; miglioramento del tono dell’umore (effetto “antidepressivo”, senso di benessere); riduzione del rischio di alcuni tumori; minore rischio di fratture e maggiore autosufficienza in età avanzata; aumento dell’aspettativa di vita. Per godere di questi effetti positivi è sufficiente la buona abitudine di camminare a passo svelto almeno 30′ al giorno.

In questo contesto ben si inserisce l’importanza del FITWALKING (letteralmente “camminare per la forma fisica”), un’attività sportiva adatta a tutti che ha sicuramente effetti benefici in ambito metabolico, in quanto rientra pienamente nelle attività di tipo “aerobico”, che sono quelle più consigliate per i diabetici o per chiunque presenti alterazioni glicemiche o metaboliche. Un vantaggio importante dell’esercizio fisico aerobico (es. marcia, corsa o nuoto di media-lunga durata, ciclismo in pianura) è quello di consentire un utilizzo progressivo e prolungato delle fonti energetiche (grassi e zuccheri, che sono il “carburante” per i nostri muscoli), determinando quindi un calo graduale e prevedibile della glicemia nelle persone diabetiche. Inoltre l’attività aerobica di media intensità, come appunto il Fitwalking, può essere praticata per un tempo più lungo (e anche in età avanzata), consentendo così di “bruciare” i grassi e favorendo il calo di peso nelle persone, diabetiche o no, che hanno necessità di dimagrire. Si tratta di una attività che non comporta sforzi violenti, per cui si evitano sollecitazioni intense e improvvise del sistema cardiovascolare, eliminando possibili rischi legati all’aumento notevole della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Il Fitwalking può essere praticato a differenti livelli di intensità a seconda della forma fisica e del grado di allenamento e può avere nel diabete una vera valenza terapeutica, essendo tra l’altro praticabile nella fascia di età 50-69 aa (quella più a rischio per il diabete e che comprende il 33 % dei sedentari in Italia).

Dott. Adolfo Pacifico
Dirigente di I livello presso il Servizio di Diabetologia della Clinica Medica Universitaria di Sassari.

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